Il Principe Alchimista e la Cappella Sansevero a Napoli
La Cappella di Sansevero, conosciuta anche come chiesa di Santa Maria della Pietà o Pietatella, da ben tre secoli meta imprescindibile prima dei raffinati viaggiatori del Grand Tour come il Marchese de Sade, ora dei numerosissimi turisti che vengono catturati dal suo fascino misterioso, è attualmente uno dei Musei più visitati di Napoli. La Cappella nasce come mausoleo della famiglia dei Principi di Sansevero ed era originariamente collegata al Palazzo avito da un ponte crollato alla fine del XIX secolo. Sacrario di culto ed insieme tempio dinastico, si presenta allo sguardo rapito del visitatore contemporaneo come un luogo carico di misteri, un tempio massonico ricco di simboli, riferimenti, immagini legate ad un percorso iniziatico di elevazione e rinascita.
Il sito di costruzione è stato un preesistente Tempio di Iside, poi luogo di un'apparizione mariana, infine esempio di devozione filiale legata ad un atroce fatto di sangue, un duplice omicidio che immolò Maria d'Avalos e Fabrizio Carafa, nobili e amanti, trucidati dal marito tradito. Le forme attuali della Cappella, benché in parte alterate dal crollo del ponte sospeso, si devono a Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero, nobile, mecenate, amante dell'arte, intellettuale e poliglotta, parlava infatti varie lingue europee e conosceva non solo il latino e il greco antico, ma anche l'arabo e l'ebraico.